Cartesio, Discorso sul metodo (1637)
Se la produzione artistica del Seicento è caratterizzata dalla volontà di meravigliare il pubblico con raffinate tecniche illusionistiche che ingannano i sensi per generare stupore e sorpresa, parallelamente nella riflessione filosofica si sviluppa una tendenza a mettere in dubbio quanto i sensi (vista, udito gusto…) testimoniano. Nel suo celebre Discorso sul metodo, il filosofo francese René Descartes (1596-1650) mostra come siano ingannevoli le percezioni che ci danno i nostri sensi e si chiede come costruire un metodo per conoscere la realtà in modo certo, distinguendo il vero dal falso.
A questo scopo l’autore si serve delle sue ricerche scientifiche e mostra come nello studio dell’ottica, della geometria e delle meteore ha utilizzato il metodo matematico, cioè ha considerato conoscenza vera solo quella che poteva essere spiegata facendo ricorso a leggi e principi matematici. Egli giunge dunque a due conclusioni: che le diverse discipline scientifiche sono collegate tra loro e che il metodo matematico può essere utilizzato come metodo di conoscenza della realtà perché esprime al massimo grado la capacità della ragione umana di indagare la realtà. Il suo pensiero influenzerà il dibattito culturale europeo soprattutto nel Settecento.