Sul testo

La vita di Salvatore Quasimodo

Le opere. Ed è subito sera (1942)

Entrato in contatto – tramite il cognato Vittorini – con la rivista fiorentina «Solaria», il siciliano Salvatore Quasimodo pubblica nelle edizioni del periodico toscano i suoi primi due volumi di poesie, Acque e terre del 1930 e Oboe sommerso del 1932, che risentono soprattutto della lezione di Ungaretti e tendono alla mitizzazione del reale, anche autobiografico, specialmente dei luoghi dell’infanzia e di un paesaggio rivisitato alla luce dei classici antichi, come in Vento a Tindari:
Tindari, mite ti so
fra larghi colli pensile sull’acque
dell’isole dolci del dio,
oggi m’assali
e ti chini in cuore.

Una compiuta adesione all’Ermetismo traspare sin dal titolo nel componimento Parola, che enuncia la fiducia assoluta nelle potenzialità della parola poetica come rivelazione del reale:
Tu ridi che per sillabe mi scarno
e curvo cieli e colli, azzurra siepe
a me d’intorno, e stormir d’olmi
e voci d’acque trepide;
che giovinezza inganno
con nuvole e colori
che la luce sprofonda.

Questa scarnificazione del linguaggio raggiunge l’acme nella poesia che dà il titolo alla raccolta Ed è subito sera del 1942:
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.

Il rapporto con l’Ermetismo si attenua invece nel secondo periodo dell’opera di Quasimodo, inaugurato da Giorno dopo giorno del 1947 e dedicato soprattutto al ripensamento degli orrori della guerra: qui il poeta consegna ai propri versi una testimonianza che è anche un appello alla comunione civile e un messaggio di umana solidarietà.
Ma di Quasimodo (che nel 1959 ebbe il Premio Nobel) va anche ricordata l’antologia I lirici greci del 1940 – che a parere di alcuni è addirittura il suo capolavoro – in cui come traduttore utilizza al meglio le indubbie doti tecniche di versificazione, restituendo con realistica evidenza al lettore moderno i testi di Saffo, Alceo, Anacreonte e Mimnermo.

Salvatore Quasimodo.

Salvatore Quasimodo.