Sul testo
La vita e le opere di Dino Buzzati
Il deserto dei Tartari (1940)
È forse possibile intravedere una metafora della vita nel principale romanzo di Buzzati, Il deserto dei Tartari (1940), che narra in trenta brevi capitoli la storia – per certi versi senza storia – dell’ufficiale Giovanni Drogo.
Uscito dall’Accademia militare, Drogo è destinato alla fortezza Bastiani, una fortezza che deve difendere il paese dai nemici del nord. Esce di casa all’alba per raggiungerla prima di sera, ma come un miraggio la fortezza è sempre più lontana: vi arriva il giorno dopo, deciso a trascorrervi pochi mesi. Vi incontra gli altri ufficiali: il colonnello Filimore, il capitano Ortiz, il tenente Angustina. La vita è scandita da ritmi monotoni e sempre uguali, in un’atmosfera di perenne attesa. Di tanto in tanto, all’orizzonte sembra spuntare la minaccia: i Tartari? L’attesa continua. In una spedizione notturna, muore valorosamente il pallido tenente Angustina. Drogo rimane: passano gli anni, diventa vecchio, si ammala. Morente, è condotto verso la città proprio mentre spuntano dal Nord – ma sarà vero? – i battaglioni nemici.