Sul testo
La vita di John Steinbeck
Le opere. Furore (1939)
Dalle opere giovanili (I pascoli del cielo del 1932, Al Dio sconosciuto del 1933, Pian della Tortilla del 1935) trapela l’amore dello scrittore per la campagna, per la gente umile e per la terra natale. Il dramma della povertà e delle migrazioni è al centro dei romanzi pubblicati tra il 1936 e il 1939.
Dall’esperienza vissuta negli anni giovanili, quando aveva interrotto gli studi per unirsi ai lavoratori migranti, nacque il romanzo La battaglia (1936), drammatica storia di uno sciopero, che metteva in luce la condizione disperata dei braccianti. Nel 1937 apparve Uomini e topi, cronaca di un delitto maturato nella miseria contadina (di cui fu molto apprezzata anche la versione teatrale), e nel 1939 Furore, che presentava la vicenda di una famiglia costretta a lasciare le proprie terre per cercare lavoro in California, e che l’anno seguente il noto regista cinematografico John Ford portò sugli schermi con grande successo.
Durante il secondo conflitto mondiale Steinbeck fu – come Hemingway – corrispondente di guerra su vari fronti – e pubblicò La luna è tramontata (1942), romanzo sulla resistenza all’occupazione nazista in Norvegia, cui seguirono ancora La valle dell’Eden (1952) – lunga saga di due famiglie, in cui la tematica sociale si intreccia con la meditazione sul problema del male – e L’inverno del nostro scontento (1961), che è un atto d’accusa contro la corruzione dell’America contemporanea.
Nel 1952 la Valle dell’Eden ritorna con suggestioni bibliche al mondo ingenuo e primitivo delle prime narrazioni e nei testi successivi si sviluppa la critica del consumismo americano. È interessante anche la raccolta dei servizi giornalistici dal fronte (C’era una volta una guerra, 1958).
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