Voci critiche nella letteratura inglese
Nell’Inghilterra tra le due guerre si afferma una generazione di scrittori influenzata, da un lato, dalla lezione di James Joyce, volta al recupero memoriale e alla frammentazione del testo, e dall’altro lato dalla critica alla civiltà moderna, al progresso tecnologico e alla massificazione: il primo aspetto si manifesta soprattutto nella scrittrice Virginia Woolf, mentre il secondo traspare nelle opere di Lawrence e ispira il capolavoro di Huxley – Il mondo nuovo – che a sua volta anticipa le distopie successive di Orwell (1984), di Bradbury (Fahrenheit 451) e di Golding (Il signore delle mosche).
D.H. Lawrence, L’amante di Lady Chatterley (1929)
Il conflitto che oppose David Herbert Lawrence (1885-1930) alla morale vittoriana – e più in generale al mondo intellettuale inglese – si tradusse nei frequenti viaggi attraverso l’Europa, l’America e l’Oceania, e in particolare nei lunghi soggiorni in Italia, Paese cui dedicò importanti scritti (da Crepuscolo in Italia del 1916 a Mare e Sardegna del 1921).
Ma la critica e il rifiuto di Lawrence investono l’intera società borghese, ritenuta artificiosa e opprimente per la sua pretesa razionalità, cui egli contrappone l’istinto, la corporeità, il primitivismo e l’abbraccio materno della natura. Il rapporto con la madre aveva ispirato il primo importante romanzo (Figli e amanti del 1913), ma è soprattutto in quelli successivi – Donne innamorate, del 1920, e specialmente L’amante di Lady Chatterley, del 1929 – che le relazioni tra i sessi assumono un ruolo centrale. Lawrence propose una rappresentazione fortemente realistica (che gli guadagnò l’accusa di oscenità), ma anche con accenni lirici e allusioni simboliche che traggono spunto dalla psicanalisi (cui dedicò vari saggi). In questa tensione verso la rappresentazione di rapporti umani schietti e vitali, si inserisce anche un recupero dell’esotismo, sollecitato da un genuino interesse per civiltà antiche o remote: dagli etruschi ai nuraghi, dagli aborigeni ai precolombiani (Canguro, 1923; Il serpente piumato, 1926; Luoghi etruschi, postumo).