Sul testo

La vita e le opere di Alberto Moravia

Gli indifferenti (1929)

«Mi ero messo in mente di scrivere un romanzo che avesse al tempo stesso le qualità di un’opera narrativa e quelle di un dramma [...], di scrivere una tragedia in forma di romanzo; ma scrivendo mi accorsi che i motivi tradizionali della tragedia e insomma di ogni fatto veramente tragico mi sfuggivano [...]. Mi si chiariva insomma l’impossibilità della tragedia in un mondo nel quale i valori non materiali parevano non aver diritto di esistenza e la coscienza morale si era incallita fin al punto in cui gli uomini, muovendosi per solo appetito, tendono sempre più a rassomigliare ad automi».
Così Alberto Moravia ricordava nel 1972 la genesi del romanzo pubblicato poco più che ventenne, nel 1929, dopo un’adolescenza e una prima giovinezza trascorse tra gli ospedali e i convalescenziari per una grave malattia. In effetti, il romanzo presenta la struttura scenica della tragedia: quattro personaggi spesso compresenti, più un quinto che appare sporadicamente; e un’azione concentrata in appena due giornate, nel chiuso di pochi ambienti (salotti borghesi o abitacoli di automobili), che offrivano uno spaccato impietoso della borghesia romana del periodo fascista.

La trama
Maria Grazia Ardengo
, signora borghese ex benestante, vive con i due figli Michele e Carla in una villa di sua proprietà. Vedova, ha da tempo una relazione con Leo Merumeci, intento a impossessarsi della villa in cambio del denaro prestato all’amante che non può restituirlo. Sarà per lui un ottimo affare – in quanto la villa vale assai più dei suoi crediti – e perciò egli trascina una relazione che gli è ormai di peso. Michele e Carla conoscono la natura del legame tra i due, ma fingono di credere alla patetica e ipocrita commedia del perbenismo materno. Leo è sessualmente attratto da Carla e vuole farne la propria amante, senza rinunciare al beneficio economico; Carla, pur di evadere dal grigiore di quell’esistenza, accetta il rapporto con fatalistico abbandono. Michele avverte con estremo fastidio l’ambiguità della situazione (e l’avidità e falsità di Leo), ma i suoi tentativi di opporsi risultano incerti, velleitari e inconcludenti: sedotto da Lisa, una ex amante di Leo, finirà forse per divenirne l’amante. Anche la decisione di uccidere Leo per salvare la sorella finisce nel nulla: gli spara, ma la rivoltella è scarica, perché ha dimenticato in tasca i proiettili. E tutto continua come prima.

Moravia e l’Esistenzialismo

Le tematiche dell’Esistenzialismo – e in particolare l’inconsistenza evidente di qualsiasi sistema tradizionale di significati e valori – connotano sin dagli inizi la narrativa di Moravia, anche se troveranno ulteriore sviluppo nella produzione successiva e specialmente nel romanzo La noia.
Tuttavia nello scrittore romano l’attenzione si focalizza in modo analitico – più che sulla “condizione umana” in generale – su uno specifico contesto sociale, costituito dalla decadenza di una classe borghese che ha smarrito i valori non materiali e la coscienza morale e in cui gli individui, come automi, sono totalmente in balìa dei loro appetiti, rappresentati dal denaro e dal sesso: su tutto dominano l’incomunicabilità e l’impossibilità di un cambiamento, ovvero della fuoriuscita da un teatrino (una “commedia”) fatto di gesti ripetuti e inautentici.

Alberto Moravia.

Alberto Moravia.

Audio

Fantasia di un delitto mancato (da Gli indifferenti, capitolo XV)