Voci critiche nella letteratura inglese

Nell’Inghilterra tra le due guerre si afferma una generazione di scrittori influenzata, da un lato, dalla lezione di James Joyce, volta al recupero memoriale e alla frammentazione del testo, e dall’altro lato dalla critica alla civiltà moderna, al progresso tecnologico e alla massificazione: il primo aspetto si manifesta soprattutto nella scrittrice Virginia Woolf, mentre il secondo traspare nelle opere di Lawrence e ispira il capolavoro di HuxleyIl mondo nuovo – che a sua volta anticipa le distopie successive di Orwell (1984), di Bradbury (Fahrenheit 451) e di Golding (Il signore delle mosche).

Virginia Woolf, La signora Dalloway (1925)

In Virginia Woolf (1882-1941), che fu anche giornalista ed editore, non manca l’impegno nelle sfide politiche e culturali del suo tempo: fece attivamente parte del Bloomsbury circle – di tendenze repubblicane, agnostiche e libertarie – e partecipò alle lotte per la conquista del diritto di voto alle donne. Alla battaglia femminista dedicò un testo importante, Una stanza tutta per sé del 1929, in cui ripercorreva con rigore storico il difficile rapporto tra le donne e la scrittura e la loro secolare esclusione dalla creatività letteraria.
Nelle sue opere maggiori – da cui trapela una critica sottile dell’alta società inglese – appare notevole specialmente l’adozione di una tecnica narrativa sofisticata e innovativa, che si avvicina al flusso di coscienza e richiama i modelli di Proust e di Joyce: è evidente nella Signora Dalloway del 1925, ove la vicenda si concentra nell’arco di una giornata e nei preparativi di una festa di compleanno, alternando alle momentanee occupazioni i flash-back del passato e le fantasticherie sul futuro. Ma la sovversione delle strutture tradizionali era già evidente in La stanza di Giacobbe del 1922 – in cui si intersecano e sovrappongono vari piani del racconto, concorrendo a ricomporre la biografia del protagonista attraverso i ricordi dei suoi conoscenti – e trova gli esiti più felici in Al faro del 1927, ove si osserva una capacità straordinaria nel rilevare le minime impressioni e divagazioni, in un quadro che ripropone di continuo il dramma dell’incomunicabilità.

Gallery

Virginia Woolf

Virginia Woolf fotografata da George Charles Beresford, 1902.

Virginia Woolf, 1927 circa.

La copertina della prima edizione de La signora Dalloway (Mrs. Dalloway) di Virginia Woolf, Hoghart Press 1925, disegnata da Vanessa Bell, sorella di Virginia.

La copertina della prima edizione de La stanza di Giacobbe (Jacob’s Room) di Virginia Woolf, Hoghart Press 1922, disegnata da Vanessa Bell, sorella di Virginia.

Sul testo

La letteratura femminile del primo Novecento in Europa e nel resto del mondo