Piero Gobetti, La rivoluzione liberale (1924)

Per Gobetti, nato a Torino nel 1901, la città più industriale e operaia d’Italia, cultura e politica sono inseparabili: la cultura dovrebbe infatti farsi strumento di educazione nazionale, di rinnovamento morale e ideale nella prospettiva di una radicale trasformazione della società.

Nel 1918, quando è ancora studente liceale, fonda la rivista «Energie nuove», lanciandosi in un’intensa attività giornalistica ed editoriale che proseguirà nel 1922 con «La Rivoluzione liberale», in cui elabora un progetto politico che dovrà incentrarsi sulla partecipazione attiva della classe operaia. Auspica anche la nascita di una nuova classe dirigente moderna e progressista ed è convinto di una possibile ripresa rivoluzionaria della borghesia liberale: di qui il suo interesse per l’Illuminismo, lo studio e la stesura del saggio sulla Filosofia politica di Vittorio Alfieri e la scelta di intitolare la sua ultima rivista «Il Baretti», dal nome di un letterato piemontese del Settecento che era stato esule in Inghilterra.

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Piero Gobetti e La Rivoluzione Liberale

Piero Gobetti.

Antonio Gramsci.

L’ultimo numero dell’8 novembre 1925 de «La Rivoluzione Liberale» fondata da Piero Gobetti.