Federico De Roberto, I Vicerè (1894)

Napoletano di nascita ma catanese d’adozione, Federico De Roberto (1861-1927) soggiornò a lungo a Milano e più tardi a Roma. A una prima raccolta di racconti (Documenti umani del 1888) fece seguire tre romanzi (L’illusione, I Vicerèil suo capolavoro – e L’imperio, rimasto incompiuto), che formano una trilogia e che hanno per protagonisti i componenti di una famiglia dell’aristocrazia siciliana e la loro decadenza o corruzione: l’ultimo è un “romanzo parlamentare” che evidenzia anche il crescente degrado di una politica ridotta a retorica, ipocrisia e affarismo. Sullo sfondo si coglie lo scetticismo dell’autore e la sua persuasione che «la storia è una monotona ripetizione: gli uomini sono stati, sono e saranno sempre gli stessi». Interessanti sono anche le “novelle di guerra” degli ultimi anni, ambientate sul fronte del primo conflitto mondiale, che, nonostante il patriottismo interventista dello scrittore, tracciano il quadro di una «lenta, metodica e inutile strage».

Federico De Roberto in una fotografia di Pietro Rizzo.

Federico De Roberto in una fotografia di Pietro Rizzo.