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La vita di Oscar Wilde

Edonismo ed estetismo

Tra gli ultimi anni dell’Ottocento e gli inizi del secolo successivo, si assiste al declino del Naturalismo d’impronta positivista e all’emergere di una narrativa nuova nelle tematiche e nelle forme. Tra gli iniziatori e i promotori del romanzo decadente spiccano il parigino Joris-Karl Huysmans (1848-1907) e il dublinese Oscar Wilde (1854-1900). Con le loro opere maggiori si afferma una prosa dominata dall’estetismo, ovvero dal culto feticistico di una bellezza artistica e artificiosa, degustata nei minimi dettagli e negli aspetti sensoriali: il bello genera un piacere squisito e raffinato, improntato a uno stile di vita – l’edonismo – che allontana dall’umanità comune e dalla sua ordinaria mediocrità, offrendo un’infinita gamma di impressioni intense e inusuali.

Il ritratto di Dorian Gray (1891)

Ne Il Ritratto di Dorian Gray (1891) di Wilde – autore che nella vita mondana londinese era divenuto esempio vivente dell’esteta dai comportamenti eccentrici – prende forma la figura del dandy che già si era affacciata in Baudelaire: attraverso un’estenuante ricerca estetica e la costruzione di un’immagine gratificante di sé – libera da condizionamenti morali – si afferma il valore del corpo e delle apparenze, non più conformate al grigiore borghese ma esibite con spavalda determinazione.

Il tema del narcisismo si esprime nello sdoppiamento tra il protagonista, Dorian Gray, non soltanto giovane e ricco, ma di straordinaria bellezza, e il suo ritratto dipinto, che gli è profondamente somigliante e che per un misterioso sortilegio, o per una sorta di patto col diavolo, è destinato nel tempo a registrare i segni dell’invecchiamento, mentre Dorian conserva intatta la propria giovinezza, nonostante i vizi, i delitti e i rimorsi. Egli dapprima nasconde il ritratto e infine pentito – o stanco di esperienze che non lo appagano più – lo colpisce con il medesimo pugnale con cui ne ha ucciso il pittore: i domestici accorsi si trovano di fronte a un cadavere dal «viso avvizzito, rugoso, repellente» e a «uno splendido ritratto del loro padrone quale l’avevano veduto l’ultima volta, mirabile di gioventù».

Oscar Wilde  in una fotografia di Napoleon Sarony, 1882 circa.

Oscar Wilde in una fotografia di Napoleon Sarony, 1882 circa.

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Il mondo è vostro per una stagione (da Il ritratto di Dorian Gray, capitolo II)