Karl Kraus, Gli ultimi giorni dell’umanità (1922)

Originario della Boemia, Karl Kraus (1874-1936) fondò nel 1899 un’importante rivista, «Die Fackel» (La fiaccola), che rappresentò una voce critica, intenta a denunciare la falsa morale della borghesia, i sovrani militaristi e i profittatori bellici, le repressioni antioperaie e l’ascesa del nazismo, ma soprattutto il giornalismo corrotto.

Osteggiato per le sue posizioni pacifiste, durante la Prima guerra mondiale si stabilì in Svizzera, ove lavorò a uno sterminato dramma contro la guerra, Gli ultimi giorni dell’umanità (1922), opera visionaria che si conclude con la distruzione della Terra e con la purificazione del Cosmo. In una successiva commedia, Gli invincibili (1928), attribuì la crisi del primo dopoguerra alla terribile eredità del conflitto e alle responsabilità dei magnati della stampa, dei grandi capitalisti e dei capi dell’esercito e della polizia. Ma in entrambi i lavori trapela una lucida consapevolezza dell’ipocrisia del moralismo “benpensante” e dei danni prodotti dalla mercificazione universale.

Karl Kraus.

Karl Kraus.