Giuseppe Antonio Borgese, Rubè (1921)

Il protagonista di Rubè (1921) del siciliano Giuseppe Antonio Borgese (1882-1952) appartiene alla categoria degli inetti. Filippo Rubè è un giovane avvocato che giunge a Roma dal Sud, tormentato da una perenne inquietudine e insoddisfazione. La guerra gli appare una liberazione dalla “palude” della vita quotidiana: si arruola e partecipa ai combattimenti, ma viene ferito e torna a Roma, ove incontra Eugenia che diventa sua moglie. In un viaggio a Parigi conosce un’altra donna, Celestina, e se ne innamora. Si impiega in un’industria a Milano, ma la vita borghese gli appare priva di senso. Grazie a una vincita al gioco può ripartire e incontrare a Stresa Celestina. Sono giorni felici, ma durante una gita in barca Celestina annega. Segue un lungo vagabondaggio in treno e infine la catastrofe: a Bologna, mentre la cavalleria carica un corteo di manifestanti “bolscevichi”, per puro caso viene travolto e ucciso. Rubè non sa scegliere e muore stringendo simbolicamente «nella mano sinistra la bandiera rossa e nella destra la nera», in un atto che rappresenta non soltanto la sua inettitudine, ma anche la crescente ambiguità ideologica della piccola borghesia.

Giuseppe Antonio Borgese.

Giuseppe Antonio Borgese.