Sul testo
La vita e le opere di Guido Gozzano
I colloqui (1911)
Pubblicati nel 1911, I colloqui sono il libro della maturità artistica di Gozzano. L’opera, di contenuto autobiografico, è formata da ventiquattro componimenti che scelgono uno stile volutamente prosaico. Notevole è la sperimentazione metrica e linguistica e l’abilità che l’autore dimostra nel mescolare lo stile alto e solenne della tradizione poetica italiana e il prosaico, che scaturisce dalla quotidianità dei temi trattati. Il ritmo del componimento riprende la cadenza tipica delle filastrocche (Gozzano fu anche autore apprezzato di fiabe) e i contenuti sono resi più leggeri dall’uso dell’ironia.
I temi
Uno dei temi ricorrenti è il rapido sfiorire della gioventù, la riflessione sulla morte, la critica ai miti della propria epoca, il desiderio di evasione in luoghi esotici e nelle grandi passioni romantiche. I tre componimenti che chiudono la raccolta sono quelli che hanno riscosso maggior successo. La Signorina Felicita ovvero la felicità è il poemetto più celebre e più ampio e presenta un andamento narrativo: il poeta rievoca i ricordi di un’estate trascorsa ad Agliè (nelle campagne piemontesi, intorno a Ivrea) e l’incontro con una giovane del luogo, che suscita in lui la breve fantasia di un amore e di una felicità futura (evocata dal nome della ragazza). Segue L’amica di nonna Speranza, che traendo spunto da una vecchia fotografia riporta alla luce il mondo ottocentesco e risorgimentale e «le buone cose di pessimo gusto» di un salotto d’altri tempi, allegoria di un mondo ormai al tramonto. L’ultima parte dell’opera è introdotta da Totò Merumeni, una sorta di autoritratto dove il poeta rappresenta se stesso come personaggio solitario e stravagante, che esibisce caratteristiche opposte a quelle dell’esteta decadente di D’Annunzio.