La battaglia politica di Gaetano Salvemini

Reduce dall’esperienza del settimanale «La Voce», a partire dal 1911 il pugliese Gaetano Salvemini (1873-1955) dirige per nove anni «L’Unità», cui collaborano alcuni tra i più illustri meridionalisti dell’epoca. Il problema dell’arretratezza del Sud è al centro dell’attenzione e della passione politica di Salvemini, ma si traduce in una «battaglia delle idee» contro il malcostume e la corruzione: alla base della sua analisi è il richiamo alla tensione etica di Mazzini e alla sua insistenza sulla necessità di una cultura civilmente impegnata, capace di mobilitare anche e soprattutto i ceti popolari. Salvemini mette l’intellettuale davanti alle sue responsabilità storiche e al dramma di una nazione che dopo il Risorgimento non ha saputo darsi un’etica rigorosa e condivisa. Il tono dei suoi scritti giornalistici è a volte aspramente polemico, altre volte didascalico e pedagogico, ma sempre dialogico: vi prevale, infatti, l’intento di suscitare un esteso dibattito e di abbattere pregiudizi e luoghi comuni, per favorire una presa di coscienza utile all’intera collettività e specialmente alle nuove generazioni (di qui l’interesse prioritario per la scuola).

Il pensiero religioso e politico-sociale di Giuseppe Mazzini (1905)

Nel 1905, Salvemini pubblica il volume Il pensiero religioso, politico, sociale di Giuseppe Mazzini. Il libro è diviso in due parti, Il pensiero e L’azione, alle quali corrispondono due diversi giudizi da parte di Salvemini dell’opera mazziniana. Egli esprime una valutazione molto critica del pensiero, che gli appare datato, astratto, ormai inadatto a essere preso a riferimento nella lotta politica, come invece stava facendo in Italia il Partito repubblicano. Positivo è invece il giudizio sul ruolo avuto da Mazzini come sostenitore dell’unità e dell’indipendenza nazionale e come organizzatore di quel movimento democratico che aveva dato un contributo decisivo al Risorgimento.

Gaetano Salvemini.

Gaetano Salvemini.