Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio (1883)
Il 7 luglio 1881, sul primo numero del settimanale «Giornale per i bambini» cominciò ad apparire, a puntate, la Storia di un burattino: il successo fu immediato – il periodico raggiunse le venticinquemila copie – e nel 1883 l’opera di Carlo Collodi (1826-1890) (pseudonimo di Carlo Lorenzini) uscì in volume con il titolo Le avventure di Pinocchio.
La trama è troppo nota e troppo complessa perché valga la pena di riassumerla. Basterà ricordare che prende le mosse da un povero falegname, Geppetto, che si costruisce un burattino-figlio; il burattino si anima e diviene protagonista di una serie di avventure che si concludono con la trasformazione del burattino Pinocchio in “un ragazzino perbene”, affezionato alla famiglia, studioso, paziente e lavoratore.
È interessante notare come questo testo, nato per i bambini («questa bambinata», per usare le parole di Collodi) e definito dal Croce «il più bel libro della letteratura infantile italiana», abbia poi suscitato le più varie interpretazioni, anche in chiave psicoanalitica, sociologica o religiosa. Per certi versi, esso sembra richiamarsi al genere del romanzo di formazione, in quanto esemplifica un percorso per “diventare uomo”; ma per altri aspetti si avvicina al romanzo picaresco per l’ambientazione fra taverne, ladri, banditi e strade, e soprattutto per il costante riferimento alla miseria e a condizioni di vita assai dure. Sotto questo profilo la vicenda, nonostante gli elementi favolosi, presenta tratti di realismo, in quanto allude – con le sue rudi descrizioni – a una realtà contadina dominata dalla fame e dalle privazioni. Uno dei pregi dell’opera consiste proprio nella mobilità della narrazione, che alterna continuamente la fantasia al realismo: si pensi al grillo che parla come un saggio, per poi venire prosaicamente schiacciato dal martello di Pinocchio, ma infine ricomparire come fantasma o addirittura dottore. L’inventiva di Collodi trova peraltro un filo conduttore nel tema della trasformazione, che riguarda non soltanto Pinocchio ma numerosi altri personaggi, da Lucignolo (ragazzo-ciuchino) all’inquietante Bambina dai capelli turchini-Fatina-Mammina.