Luigi Capuana, Giacinta (1879) e le opere successive

Critico letterario e teatrale, trasferitosi dalla Sicilia a Firenze nel 1866 e successivamente, nel 1877, a Milano, Luigi Capuana (1839-1915) pubblicò in questa città di lì a poco la prima raccolta di racconti, Profili di donne (1877), e il primo romanzo, Giacinta (1879), storia drammatica di una donna segnata dal trauma della violenza subìta nell’infanzia.

Trasferitosi all’Università di Roma, conosce Pirandello, Verga e Zola e diventa uno dei principali esponenti del Verismo. Nel 1901 scrive il suo romanzo verista più noto Il Marchese di Roccaverdina, ma assai vasta fu anche la produzione di novelle, apparse in varie raccolte (Le paesane, Le appassionate), e di fiabe o racconti per bambini e per ragazzi (C’era una volta, Il regno delle fate, Il Raccontafiabe, Scurpiddu). Per la critica sono importanti i suoi Studi sulla letteratura contemporanea (1880-1882). Si occupò inoltre di fotografia (un’arte che gli pareva corrispondere alla sua esigenza di realismo) ma anche di occultismo, con un interessante volume sullo Spiritismo: i fenomeni paranormali trovano infatti spesso spazio nella sua narrativa – si pensi ai racconti Un caso di sonnambulismo e Un vampiro – insieme con l’analisi della “fisiologia delle passioni” e delle malattie psichiche.

Luigi Capuana fotografato da I. Strizzi, Archivio Storico Ricordi.

Luigi Capuana fotografato da I. Strizzi, Archivio Storico Ricordi.