Louisa May Alcott, Piccole donne (1868-1869)

Tra il 1868 e il 1869, Louisa May Alcott (1832-1888), allieva del filosofo e naturalista David Thoreau, pubblicò i due volumi di Piccole donne, che in Italia avrebbero avuto una prima parziale traduzione nel 1908 con due titoli distinti (Piccole donne e Piccole donne crescono). Il successo fu immediato e l’opera divenne un classico per la sua valenza educativa, che insisteva sul valore delle relazioni familiari, sull’importanza (e sulle problematiche) del rapporto tra genitori e figli e sull’attenzione necessaria alle tappe del passaggio dall’infanzia all’adolescenza e da questa all’età adulta.

La trama
Vi si racconta la storia di quattro sorelle di condizione economica modesta (chiamate con i rispettivi soprannomi), che restano con la madre mentre il padre è impegnato nella guerra di Secessione.
Di ciascuna di loro si rappresentano con efficacia il carattere, i sogni e il graduale processo attraverso cui si formano e si responsabilizzano, combattendo contro i propri “nemici interiori”. La seconda parte ne segue il percorso successivo, che per due di loro si conclude con il matrimonio, mentre la terza muore e l’ultima intraprende un viaggio in Europa con l’intento di diventare un’artista.

La saga della famiglia termina con due opere meno fortunate, Piccoli uomini (1871) e I ragazzi di Jo (1886). Sullo sfondo dell’intera narrazione si avverte l’influenza delle idee pedagogiche innovative del padre della scrittrice e del “trascendentalismo”, che interpreta l’esistenza come un cammino di maturazione indirizzato verso l’elevazione spirituale.

Sul testo

La letteratura femminile del secondo Ottocento

Ritratto fotografico di Louisa May Alcott.

Ritratto fotografico di Louisa May Alcott.