Sviluppi del Realismo: il Naturalismo
Nella seconda metà dell’Ottocento prosegue la fortuna del romanzo, specialmente d’impronta realista. La letteratura del Realismo si sviluppa e si evolve sotto la spinta di fattori socioeconomici e filosofici: mentre si afferma la filosofia del Positivismo, si assiste alla Seconda rivoluzione industriale e a una straordinaria accelerazione del progresso tecnico e scientifico. In tale contesto si colloca in Francia la corrente del Naturalismo, che arriva a teorizzare il “romanzo sperimentale”.
Edmond e Jules Gongourt, Germinie Lacerteux (1865)
In ambito più propriamente letterario, il Naturalismo fa la propria comparsa con le prefazioni dei fratelli Edmond (1822-1896) e Jules (1830-1870) de Goncourt a Germinie Lacerteux (1865) e di Émile Zola a Teresa Raquin (1867). In entrambe gli autori sembrano reagire allo scandalo suscitato dal loro romanzo: i Goncourt rivendicano il diritto di occuparsi nella loro «inchiesta sociale» delle «miserie dimenticate», delle «classi indegne» e delle «disgrazie troppo abiette», mentre Zola dice di avere esaminato i propri personaggi come un chirurgo disseziona i cadaveri. Su tali basi, il romanzo naturalista realizza un duplice cambiamento: da un lato arriva a equiparare l’opera dello scrittore a quella del ricercatore e dello scienziato (oltre che del fotografo), portando a compimento la tendenza verso un realismo oggettivo e impersonale; dall’altro include nel proprio orizzonte le masse del proletariato, sino ai più emarginati. Nei venti romanzi che compongono il ciclo dei Rougon-Macquart (1871-1893) di Zola trionfa il determinismo, mentre la psicologia si riduce a fenomeno fisiologico, sullo sfondo di una società dominata – come la natura descritta da Darwin – da una spietata lotta per la sopravvivenza.