Sul testo

La vita di Charles Baudelaire

I fiori del male (1857)

Orfano di padre, Charles Baudelaire crebbe con la madre, che si risposò. Nel 1841 compì un viaggio in Oriente e dopo il ritorno condusse vita mondana e sregolata. I suoi Fiori del male (1857) suscitarono la reazione dei moralisti e della censura, sino al processo e alla condanna. Il titolo contiene un’allegoria e un ossimoro: il fiore è immagine tradizionale della bellezza, in cui anche il male – ogni perversione e bassezza – viene trasfigurato per opera della poesia.

Il testo presenta una struttura complessa, dividendosi in sei sezioni: Spleen e ideale, ove alla depressione e alla noia si contrappone l’ansia di “elevazione” del poeta; Quadri parigini, in cui si palesa lo squallore della metropoli moderna; Il vino, che tratta dei tentativi di evasione attraverso l’alcol e le droghe; I fiori del male, sull’esperienza del sesso e dei sensi; La rivolta, ove si prospettano il rifiuto della morale e il satanismo; e infine La morte, ove essa si presenta come la via per oltrepassare il limite ed esplorare l’ignoto.

Gallery

Charles Baudelaire e I fiori del male

Charles Baudelaire in una fotografia di Étienne Carjat, 1863 circa. New York, Metropolitan Museum of Art.

Charles Baudelaire ritratto dal fotografo Felix Nadar, 1855.

La prima edizione de I fiori del male con le note di Baudelaire, 1857.