La letteratura fantastica
Accanto al filone del realismo, quello della letteratura fantastica attraversa l’intero Ottocento, anche se in realtà i suoi inizi si collocano negli ultimi decenni del secolo precedente e coincidono con la comparsa del romanzo gotico. Successivamente il genere del fantastico riceve un forte impulso nel quadro del Romanticismo, per l’importanza che vi si attribuisce all’immaginario, all’irrazionale, al mistero e a tutto ciò che suscita emozioni violente e inquietanti (tra le quali assume particolare rilevanza il terrore).
Edgar Allan Poe, Rovina della casa degli Usher (1839)
Nei racconti dello scrittore e musicista tedesco Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (1776-1822) e dello statunitense Edgar Allan Poe (1809-1849) il narratore è generalmente “interno” al racconto: a riferire le proprie esperienze è il protagonista o un testimone, che sottopone al lettore le domande e le congetture suscitate in lui dai fatti inquietanti (e difficilmente spiegabili) che lo hanno coinvolto. Ne consegue che permane a lungo l’incertezza circa la natura reale degli eventi, sicché il lettore si chiede dubbioso se essi avvengano “veramente” o siano frutto di una mente malata, di una percezione distorta, o di un’illusione. Tra le tematiche che ricorrono con maggior frequenza nei due autori, si può segnalare quella del “doppio”, ovvero dello sdoppiamento della personalità del protagonista: lo incontriamo, per esempio, nei racconti di Hoffmann La storia dell’immagine perduta (dove, durante un viaggio in Italia, Erasmo Spikher è irretito in una passione sconvolgente e cede a una donna demoniaca la propria immagine riflessa) e La donna vampiro, in cui il vampirismo di Aurelia è la terribile manifestazione di una doppia personalità. Anche in Poe torna il tema del doppio: nella Rovina della casa degli Usher due gemelli (il nevrotico Roderick e Madeline, la sorella destinata alla morte) si rivelano le due facce di un’unica persona; in William Wilson un uomo è perseguitato da un proprio sosia, senza che si capisca se quest’ultimo sia una persona in carne e ossa o una figura fantasmatica prodotta dai deliri del protagonista.