L’eroe romantico: Evgenij Onegin di Aleksandr Puškin (1833)

La figura dell’eroe romantico, protagonista del romanzo sentimentale del primo Ottocento, attraversa in quegli anni tutte le letterature del continente europeo e di quello americano. È una personalità inquieta, malinconica o passionale, in forte contrasto con una società frivola o repressiva, dominata dall’ipocrisia e dalle convenzioni. A titolo di esempio, accenniamo alle sue più rilevanti manifestazioni nella Russia zarista e negli Stati Uniti. Nella letteratura romantica russa, caratterizzata da tendenze liberali e progressiste, si distinguono con i loro romanzi in versi due autori, Aleksandr Puškin (1799-1837) e Michail Lermontov (1814-1841): il primo, in Evgenij Onegin (1833), ritrae un protagonista che osserva dall’alto le bassezze del mondo, senza tuttavia trovare il modo di contrastarle; il secondo, nell’opera Il demone (1856, postuma), presenta una sorta di angelo del male che s’innamora di una donna e la seduce, ma ne provoca la morte con un bacio. Quanto alla letteratura statunitense, essa nasce con i romanzi di James Fenimore Cooper (1789-1851), che rappresentano l’epopea della conquista delle praterie a opera dei bianchi e la strenua resistenza degli indiani d’America (L’ultimo dei Mohicani, 1826). Ma anche il primo indiscusso capolavoro di quella letteratura – il Moby Dick di Herman Melville (1819-1891), del 1851 – riporta in scena, nel capitano Achab in lotta con il mostro marino, la potenza misteriosa della natura, il senso ineluttabile del fato e la passione titanica e totalizzante dell’eroe romantico, impegnato in un’esperienza tragica e solitaria.

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Aleksandr Puškin

Vasily Andreevich Tropinin, Ritratto di Aleksandr Puškin, 1827.

La firma di Aleksandr Puškin.