Il romanzo storico: Ettore Fieramosca di Massimo D’Azeglio (1833)

Dopo il successo dei Promessi Sposi, in Italia il romanzo storico ha una notevole fortuna e tra il 1820 e il 1850 è il genere più letto e diffuso. Apprezzato dai romantici in quanto mezzo di diffusione del sapere storico e di educazione civile, esso è tuttavia disprezzato dagli ambienti conservatori perché la cultura classicista non gli riconosce dignità letteraria e lo ritiene destinato a lettori ignoranti. Tuttavia, l’esperienza manzoniana gli attribuisce una nuova dignità e costituisce un modello per le generazioni successive. I romanzi storici italiani rappresentano vicende che traggono spunto da avvenimenti del Medioevo o del Rinascimento, come nel caso dei romanzi di Tommaso Grossi (1790- 1753) amico di Manzoni, o da fatti eroici ed esemplari di resistenza all’oppressione straniera come nel caso dell’Ettore Fieramosca , o La disda di Barletta di Massimo D’Azeglio (1798-1866), dove si rievoca la “disfida di Barletta” che oppose soldati italiani e francesi agli inizi del Cinquecento.
Il narratore in questi romanzi è sempre onnisciente, si richiama spesso alla storia con citazioni di fonti e testimonianze, e interviene con giudizi di condanna di fronte a vicende di prevaricazione e sofferenza presentando al lettore una realtà chiaramente divisa tra bene e male.

Gallery

Massimo D’Azeglio

Francesco Gonin, Massimo d'Azeglio, 1850 circa. Torino, Museo del Risorgimento.

Francesco Hayez, Ritratto di Massimo d'Azeglio, 1860. Milano, Pinacoteca di Brera.

Massimo D’Azeglio fotografato da Andre Adolf Eugene Disderi, il 18 Gennaio 1860.