Il romanzo realista

Gradualmente, nel corso della prima metà dell’Ottocento, l’attenzione degli scrittori si sposta dalla realtà del passato a quella presente. Il romanzo che si è soliti definire realista, o sociale, rivolge interamente la propria attenzione verso l’attualità, indagando la società contemporanea in tutti i suoi aspetti. I protagonisti non sono eroi ma persone comuni che rappresentano la complessa stratificazione del ceto borghese, ma anche i ceti umili e subalterni e gli emarginati. Il linguaggio è facilmente comprensibile, la trattazione è seria e alcune figure caratteristiche vi appaiono in modo ricorrente: il ladro, il commerciante avido, il provinciale avaro e ottuso, l’arrivista spregiudicato

Stendhal, Il rosso e il nero (1830)

Cronologicamente, si è soliti indicare come il primo capolavoro del romanzo realista ottocentesco Il rosso e il nero, pubblicato nel 1830 da Stendhal (1783-1842), in cui le vicende del giovane Julien Sorel – introverso e ambizioso, diviso tra l’amore disinteressato e i sogni di gloria – vengono ricostruite con il medesimo acume descrittivo dei romanzi storici. Per certi versi, nel caso di quest’opera (come della successiva La certosa di Parma, del 1839, ambientato in una corte italiana delle Restaurazione), si potrebbe ancora parlare di romanzo sentimentale o “di formazione”: ma la novità consiste soprattutto nell’accurata rappresentazione della società circostante.

Johan Sodermark, Ritratto di Stendhal, 1840. Versailles, Château de Versailles.

Johan Sodermark, Ritratto di Stendhal, 1840. Versailles, Château de Versailles.