Sul testo
La vita di George Gordon Byron
Il pellegrinaggio del giovane Aroldo (1812-1818)
George Gordon Byron, nato da una famiglia aristocratica, vive un’infanzia infelice, abbandonato dal padre che sperpera il patrimonio e si separa presto dalla madre. Raggiunta la maggior età, entra a far parte della camera dei Lord e dell’alta società, ma le sue posizioni politiche, aspramente critiche nei confronti dell’alta nobiltà inglese, determinano il suo allontanamento dall’aristocrazia londinese. Raggiunta la fama grazie a una serie di scritti satirici, riscuote ancora maggior successo componendo poesie di viaggio raccolte nel Pellegrinaggio del giovane Aroldo (1812) di ritorno dal suo soggiorno nelle principali città europee. Successivamente, costretto a lasciare l’Inghilterra, soggiorna in Belgio dove compone il poemetto Prometeo, e in Italia dove continua a comporre. In Italia entra nell’associazione politica segreta della Carboneria e decide poi di partire per la Grecia per organizzare la rivolta contro l’Impero turco. Qui trova la morte e lascia due opere incompiute, Don Giovanni e Caino. Dopo la morte, la sua popolarità cresce e si diffonde il modello dell’eroe byroniano, sulla base dei protagonisti delle sue opere e delle vicende biografiche del poeta. Si tratta di un personaggio intelligente, colto e passionale, ma trasgressivo verso le regole sociali e le istituzioni; ossessionato da un passato doloroso, esibisce comportamenti ribelli e arroganti, che causano il suo esilio dagli uomini e lo conducono verso l’autodistruzione.