Grimm, Fiabe dei bambini e del focolare (1812)
Con il Romanticismo conosce una particolare fortuna il genere della fiaba. Distinto dalla favola, che mette in scena gli animali con fine pedagogico, esso vive innanzitutto nella tradizione orale e rappresenta pertanto un’espressione più immediata e spontanea della cultura popolare. Come era avvenuto sin dal secondo Settecento con Herder per i canti popolari, anche per le fiabe si procede quindi in età romantica a un lavoro di raccolta e di studio sistematico. Ne sono frutto le Fiabe dei bambini e del focolare (1812) dei fratelli Jacob (1785-1863) e Wilhelm (1786-1863) Grimm – riprese dalla viva voce del popolo (ma talora rielaborate a fini morali) e ristampate in sette edizioni tra il 1814 e il 1857 – in cui i curatori vedevano le tracce di antiche credenze germaniche. Tra le altre “raccolte” dei Grimm meritano di essere ricordati I canti dell’antica Edda del 1815 e le Saghe tedesche del 1816-1818.
Altre compilazioni del medesimo genere si ebbero poi in diverse aree geografiche: dalle Fiabe dei Magiari (1822) dell’ungherese Georg von Gaal (1783-1855) ai Racconti russi di fate di Aleksandr Afanasjev (1826-1871), pubblicati a partire dal 1855.