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La vita di Angelo Poliziano

Le opere

L’attività letteraria di Poliziano si sviluppa in due ambiti distinti: quello degli scritti in lingua latina, scientifici e poetici, cui si aggiungono una sessantina di esercizi di versificazione in greco classico) e quello degli scritti in volgare.

Le opere latine - L’opera latina rappresenta un intreccio di umanesimo “civile” e di appartata clausura. Poliziano si dedica a questioni filologiche, approfondisce argomenti di storia letteraria, si dedica all’analisi di problemi diplomatici e politici. A questa produzione in prosa si affiancano le liriche latine, che trattano i temi consueti della contemporanea lirica umanistica: evocazioni amorose, elogi di potenti e amici, epicedi (componimenti di lode funebre), invettive.

Le opere in volgare - La produzione in volgare di Poliziano eccelle in due opere di grande impegno.

  • Le Stanze per la giostra del magnifico Giuliano, poemetto in ottave universalmente considerato il capolavoro di Poliziano. L’opera, che prende spunto da avvenimenti reali trasfigurati in chiave mitologica, racconta la storia degli amori tra Giuliano de’ Medici (Iulio) e Simonetta Cattaneo, moglie di ser Marco di Piero Vespucci.
  • La Fabula di Orfeo, opera teatrale di argomento mitologico, destinata a essere rappresentata a corte in occasione di una festa. Composta probabilmente nel 1480 su invito del cardinale Francesco Gonzaga, mentre il Poliziano si trovava a Mantova, l’opera ha un’importanza storica notevolissima, in quanto costituisce il primo esempio di teatro volgare di argomento laico.

Tra le opere in volgare vanno ricordati anche numerose poesie d’occasione (soprattutto ballate popolareggianti), e i Detti piacevoli, una raccolta di aneddoti di carattere umoristico.

Gallery

Angelo Poliziano

Domenico Ghirlandaio, Papa Onorio III approva la regola dell’Ordine Francescano, particolare di Angelo Poliziano e Piero de’ Medici, Storie di san Francesco 1480-1485. Firenze, Santa Trinità, Cappella Sassetti.

Domenico Ghirlandaio, Apparizione dell’angelo a Zaccaria, particolare degli intellettuali di Firenze (secondo l’interpretazione del Vasari potrebbero essere da sinistra: Marsilio Ficino, Cristoforo Landino, Angelo Poliziano e Demetrio Greco o Gentile de’ Becchi), 1486-1490. Firenze, Santa Maria Novella.

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I' mi trovai, fanciulle, un bel mattino (dalle Canzoni a ballo, CII)

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