Sul testo
La vita di Jonathan Swift
Le opere. I viaggi di Gulliver (1726)
Il suo esordio letterario avviene nel 1697, allorché compone – in difesa di William Temple e nell’ambito della disputa sul confronto fra gli autori antichi e i moderni – l’allegoria eroicomica La battaglia dei libri. Pubblica poi Il racconto della botte (1704), parodia della storia del Cristianesimo, e l’antideistica Dissertazione contro l’abolizione del cristianesimo (1711), mentre nelle Lettere al drappiere 1724) arriva a proporre agli irlandesi il boicottaggio delle merci inglesi. Il romanzo I viaggi di Gulliver (Gulliver’s Travels, 1726), il suo capolavoro, racconta le disavventure per mare di un medico di bordo, Lemuel Gulliver, che incontra esseri e popolazioni fantastiche su isole immaginarie. Si afferma una visione amara e incupita dell’umanità, definita «la più perniciosa razza di ributtanti vermiciattoli cui la natura abbia mai permesso di strisciare sulla superficie della terra». E non meno desolante è il pessimismo che trapela dall’Umile proposta per impedire che i bambini della povera gente siano di peso ai genitori e alla nazione, e per renderli utili alla comunità, del 1729.