L’Accademia dell’Arcadia
L’Accademia dell’Arcadia fu fondata a Roma nel 1690 a Roma per riunire i letterati e gli artisti che intendevano riportare la letteratura all’interno dei modelli classici (Arcadia è una regione della Grecia).
L’Arcadia si sviluppò nell’atmosfera del razionalismo settecentesco: la sua opposizione alla precedente civiltà letteraria, dominata dai modelli della poesia marinista, è fatta in nome del buon gusto, della verità e della ragione, di fronte a cui appariva assurda la fantastica anarchia di immagini caratteristica della lirica barocca.
L’Accademia non aveva dunque interessi esclusivamente letterari, ma rispondeva a un progetto di egemonia culturale che, in nome della polemica antisecentesca, intendeva porre fine alle esperienze più trasgressive (libertine e materialistiche) che serpeggiavano nell’Italia del Seicento.
Gravina e gli studi di teoria e storia letteraria: Della ragione poetica (1708)
All’interno dell’Arcadia si delinearono subito due tendenze:
● la prima, rappresentata in particolare dal primo “custode generale”, l’abate Giovan Mario Crescimbeni (1663-1728), legato alla curia romana, auspicava un ritorno al petrarchismo e privilegiava i generi dell’idillio e del melodramma;
● l’altra, il cui maggior esponente era l’abate giurista Gian Vincenzo Gravina (1664- 1718), autore di un testo antigesuitico, proponeva una riforma più radicale, basata su un concetto di classicismo che avesse come modelli gli antichi greci e Dante e favorisse una conoscenza razionale del mondo, senza esaurirsi in un diletto musicale.
Nel 1711 il Gravina uscì dall’Accademia e la sua sconfitta segnò la vittoria della parte interessata a un rinnovamento limitato al solo fatto letterario.
Fondamentale importanza nell’ambito della produzione letteraria dell’Arcadia ebbero alcune opere monumentali, che oggi definiremmo “studi di teoria e storia letteraria”. Le più importanti sono quelle del Crescimbeni (Istoria della volgar poesia), del Gravina (Trattato della ragione poetica) e di Muratori (Della perfetta poesia italiana), in cui incomincia a chiarirsi anche il concetto di storia della letteratura.