Jorge Amado, Donna Flor e i suoi due mariti (1966) e le altre opere
Autore di grande successo nell’ambito del realismo magico – che del realismo magico è per certi versi un precursore, iniziando la propria attività nel corso degli anni Trenta – è il brasiliano Jorge Amado (1912-2001).
Agli inizi è prevalente la componente politica di denuncia delle condizioni di lavoro dei braccianti delle piantagioni (in Cacao del 1933), o del degrado urbano di Bahia (in Sudore del 1934), o del dramma dei “bambini di strada” (in Capitani della spiaggia del 1937), che tuttavia si associa all’interesse per il sincretismo religioso afrobrasiliano (soprattutto in Jubiabà del 1935 – ove Jubiabà è il santone/stregone che riempie di canti e di riti l’adolescenza del protagonista, prima che acquisisca una coscienza di classe – e in Mar Morto dell’anno successivo, storia della vita misera ma leggendaria di un vecchio pescatore).
La dimensione fantastica trova più ampio sviluppo nella seconda fase della narrativa di Amado, inaugurata nel 1958 dal romanzo Gabriella, garofano e cannella, e proseguita con Dona Flor e i suoi due mariti (1966), Teresa Batista stanca di guerra (1972) e Vita e miracoli di Tieta d’Agreste (1977), nei quali le protagoniste si caratterizzano per un vitalismo senza freni, capace di reagire al perbenismo imperante e di esprimersi con gioiosa libertà nelle arti della cucina e dell’erotismo. Anche qui si incontrano morti che ritornano per intercessione delle divinità, premonizioni di indovini e pratiche amorose liberatorie, sullo sfondo di scioperi e rivolte, o di battaglie ecologiste.
Il realismo magico
Negli anni Sessanta si assiste al boom della letteratura latino-americana, che a livello internazionale diventa oggetto di una crescente attenzione. In particolare, suscita interesse – negli scrittori di quell’area – la tendenza del “realismo magico” (in spagnolo real maravilloso), di cui era stato a suo modo anticipatore, vent’anni prima, lo scrittore argentino Jorge Luis Borges (1899-1986). Elementi simbolici e fantastici si intrecciano a narrazioni di tipo realistico, che ripercorrono la storia del subcontinente a partire dalla conquista e dalla colonizzazione ispano-portoghese e ne evidenziano le drammatiche ricadute sociali, sullo sfondo di una cultura che associa tradizioni e ideologie europee alle mitologie arcaiche dei popoli indigeni, aggiungendo all’esotismo del paesaggio quello della mentalità e dei costumi.