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La vita e le opere di Elio Pagliarani

La ragazza Carla (1962)

La ragazza Carla, 1962, è un racconto in versi che ha per protagonista una ragazza milanese che nel dopoguerra tenta di aprirsi un varco tra le difficoltà economiche e sociali nella grande città. Frequenta una scuola serale per dattilografe e trova un impiego nella società commerciale di un certo signor Praték.

La sperimentazione di Pagliarani investe sia l’ordine poetico, tramite una poesia-racconto antilirica, sia quello della narrazione in versi, che procede imperniandosi su una pluralità di punti di vista e di livelli linguistici, in un montaggio/collage che allude a una realtà disgregata. La vita quotidiana durante lo sviluppo industriale assume – in questa varietà di voci narranti – un carattere epico.

La Neoavanguardia e il Gruppo 63

Un evento clamoroso nel panorama letterario italiano del secondo dopoguerra è rappresentato dall’uscita nel 1961 dell’antologia I NovissimiPoesie per gli anni ’60 – curata da Alfredo Giuliani – che raccoglieva testi del curatore e di Elio Pagliarani, Edoardo Sanguineti, Nanni Balestrini e Antonio Porta.

I cinque poeti erano reduci dalla collaborazione alla rivista «Il Verri» di Luciano Anceschi, indirizzata verso lo sperimentalismo e attenta ai teorici dello Strutturalismo. Li accomunava la tendenza a lasciarsi alle spalle non solo l’insistenza dei neorealisti sui “contenuti”, ma anche il Neocrepuscolarismo che intravedevano in Pasolini, ovvero il richiamo a una materia autobiografica riproposta in toni elegiaci.

Per essere contemporanei di se stessi – aggiornati, diremmo oggi – occorreva a loro avviso accogliere la rivoluzione introdotta dalla tecnologia, dalla cultura di massa e dai mass media, e procedere con violenza e coraggio verso la disgregazione della sintassi (asintattismo), l’abbandono delle attese imposte dalla consuetudine (straniamento), l’allontanamento di ogni tentazione individualistica e autobiografica (riduzione dell’io) e il rifiuto di ogni compiacimento edonistico, sia sul piano lessicale sia su quello metrico-musicale (verso atonale).

In un successivo convegno del 1963 a Palermo, i cinque – cui altri si aggiunsero, tra cui Umberto Eco – diedero vita al “Gruppo 63”, espressione collettiva e organizzata della cosiddetta “neoavanguardia”, che poneva alla base del proprio programma l’insurrezione contro il “mercato” e contro la mercificazione del mondo, da attuarsi attraverso lo smantellamento di un linguaggio “alienato” e ridotto a strumento del potere costituito. Si trattò di un’esperienza molto significativa, resa tuttavia breve dalle divergenze che presto separarono i suoi promotori.

Elio Pagliarani.

Elio Pagliarani.