Sul testo
La vita e le opere di Leonardo Sciascia
Il giorno della civetta (1961)
La produzione narrativa di Leonardo Sciascia è caratterizzata da un accentuato impegno civile, proprio di chi considera la scrittura come mezzo di intervento nel sociale. La critica corrosiva di Sciascia scaturisce innanzitutto da un uso analitico e sistematico della razionalità. Nei suoi romanzi la ragione diventa un’arma lucida e fredda, che gli consente di penetrare in un mondo avvolto in minacciose oscurità: prima fra tutte la mafia, cui dedica alcune tra le sue opere più importanti, da Il giorno della civetta a Il contesto e A ciascuno il suo.
Il giorno della civetta si apre con l’uccisione a colpi di lupara di un ex muratore divenuto appaltatore. Il silenzio dei testimoni ostacola le indagini del capitano dei carabinieri Bellodi (proveniente da Parma e fiducioso nei valori della legge): uno di essi scompare, mentre viene assassinato un confidente della polizia, che tuttavia lascia in una lettera l’indicazione dell’esecutore e del mandante del delitto iniziale. L’indagine si concentra quindi su un potente capo mafioso, che viene arrestato: ma le alte protezioni politiche di cui dispone (e quindi l’intervento dei suoi complici e amici, che temono di vedere compromessi i loro loschi affari) impediranno che la giustizia faccia il suo corso.