Jack Kerouac, Sulla strada (1957)
Di Jack Kerouac (1922-1969), si ricordano le lunghe peregrinazioni attraverso gli Stati Uniti, l’interesse per una stimolante ricerca intellettuale, la simpatia per emarginati e asociali (confermata dalle pagine autobiografiche dei Sotterranei, in cui descrive gli ambienti beat di San Francisco) e la curiosità verso il misticismo orientale e il buddismo, cui è dedicato il romanzo I vagabondi del Dharma.
La sua opera più celebre è Sulla strada del 1957 – intrigante evocazione della sua vita errabonda attraverso i grandi spazi degli Stati Uniti – in cui si intravvede un’estrema manifestazione del dinamismo che ha da sempre caratterizzato la società nordamericana. Sotto il profilo stilistico, l’originalità di Kerouac consiste nel suo tentativo di realizzare una prosa “spontanea”, simile alla libera improvvisazione del jazz.
La beat generation
La beat generation si sviluppò nel secondo dopoguerra negli USA e fu un fenomeno di rivolta e polemica con il passato che aprì la strada alle forme della contestazione giovanile americana degli anni Cinquanta-Settanta.
Gli scrittori che facevano parte di questo movimento si scagliavano contro la società e il suo conformismo, per abbracciare forme più o meno esplicite di protesta e di rivolta. La loro scrittura era fortemente polemica e carica di significati allusivi che colpivano la classe agiata americana. Gli scrittori della beat generation cantavano la droga, la libertà sessuale, la ribellione, la rottura delle regole imposte, la pace e il rifiuto della guerra.
È un panorama composito, in cui le figure di spicco sono quelle di Jack Kerouac e di Allen Ginsberg, entrambi poeti, narratori e saggisti, accomunati da un percorso di vita segnato dall’abuso di alcolici e dall’assunzione di droghe (per lo più finalizzata a “dilatare l’area della coscienza”, ovvero a produrre un’esperienza conoscitiva e visionaria).