Sul testo

La vita e le opere di Allen Ginsberg

L’urlo (1956) e le altre opere

Un sentimento di estraneità nei confronti della massificazione tecnologica delle società contemporanee anima i versi del poemetto L’urlo, del 1956, che sin dal titolo annuncia la drammatica espressione di un’esperienza traumatica e di una conseguente reazione di rifiuto e rivolta, che investe l’intero assetto sociale e culturale della società urbana statunitense. È il preludio della “contestazione globale” degli anni Sessanta.

Seguono nel 1960 i versi di Kaddish – ispirati dal ricordo della madre e del tormentato rapporto con lei – che ricalcano nel titolo e nella forma la preghiera ebraica per i defunti. In queste opere si avverte soprattutto l’influenza dei surrealisti, con il continuo richiamo alla dimensione onirica, mentre l’attenzione di Ginsberg verso l’Oriente – già evidente nel suo Diario beat – è alla base della scrittura frammentata del Diario indiano, del 1970. L’esperienza della trasgressione e l’uso degli allucinogeni, e più tardi l’adesione al buddismo zen e la partecipazione alle battaglie per la pace e i diritti civili, connotano un percorso indirizzato alla scoperta di un’alternativa ai falsi miti del mondo occidentale, al culto del successo e all’ossessione del denaro (si pensi, ad esempio, alle Litanie sui profitti di guerra composte durante il conflitto in Vietnam).

La beat generation

La beat generation si sviluppò nel secondo dopoguerra negli USA e fu un fenomeno di rivolta e polemica con il passato che aprì la strada alle forme della contestazione giovanile americana degli anni Cinquanta-Settanta.

Gli scrittori che facevano parte di questo movimento si scagliavano contro la società e il suo conformismo, per abbracciare forme più o meno esplicite di protesta e di rivolta. La loro scrittura era fortemente polemica e carica di significati allusivi che colpivano la classe agiata americana. Gli scrittori della beat generation cantavano la droga, la libertà sessuale, la ribellione, la rottura delle regole imposte, la pace e il rifiuto della guerra.

È un panorama composito, in cui le figure di spicco sono quelle di Jack Kerouac e di Allen Ginsberg, entrambi poeti, narratori e saggisti, accomunati da un percorso di vita segnato dall’abuso di alcolici e dall’assunzione di droghe (per lo più finalizzata a “dilatare l’area della coscienza”, ovvero a produrre un’esperienza conoscitiva e visionaria).

Allen Ginsberg.

Allen Ginsberg.