Sul testo

La vita e le opere di Vasco Pratolini

Metello (1955)

In Metello è rappresentata la vicenda di un giovane proletario fiorentino, impegnato nelle lotte socialiste di fine Ottocento.

Metello Salani, rimasto orfano da bambino e allevato da una famiglia di contadini, trova lavoro come muratore a Firenze, dove conosce i gruppi anarchici. Ma la sua vera formazione politica avviene tra i manovali: alcuni compagni di lavoro lo avvicinano al socialismo, partecipa ad agitazioni sindacali e sperimenta anche il carcere. Sposa Ersilia, orfana di un anarchico morto in un incidente sul lavoro, e condivide con lei la riflessione sui problemi della propria classe. Per qualche tempo è distratto da un’infatuazione per una vicina di casa, ma vi rinuncia quando Ersilia scopre la relazione – puramente fisica – tra i due. In occasione di un lungo sciopero, sceglie di proseguire a oltranza la lotta e di non capitolare (come i “crumiri”) e per questo subisce un nuovo arresto con conseguente detenzione. Ma guarda fiducioso al futuro: la battaglia proseguirà, Ersilia è unita a lui e attende il secondo bambino.

Il Neorealismo

Nuovi contenuti prevalgono nella letteratura del decennio successivo al secondo conflitto mondiale: in primo luogo l’esperienza della guerra e della Resistenza antifascista, e quindi bombardamenti, fucilazioni, deportazioni; e in secondo luogo, più in generale, i conflitti sociali (anche dell’immediato dopoguerra) e la difficile vita dei contadini e degli operai, gli scioperi, le occupazioni di terre, i disoccupati e i baraccati. Nel contempo, mutano anche le forme espressive, in quanto si impone la necessità di un linguaggio più aderente alla nuova realtà e all’indispensabile ricostruzione del Paese: in tale contesto si tende a sostituire – alla tradizionale lingua letteraria delle élite – una lingua più vicina al “parlato” quotidiano e talora anche al dialetto, mentre il racconto diventa spesso corale e acquistano larga diffusione alcuni generi letterari, a carattere documentaristico o memoriale, atti a raccogliere e trasmettere la diretta testimonianza dei molti protagonisti dell’esperienza bellica, reduci dal fronte, dalle formazioni partigiane o dalla prigionia. Infine, si fa particolarmente stretto e intenso il rapporto tra letteratura e cinema: non a caso il termine “neorealismo”, assunto per indicare questa tendenza, nasce nel 1942 in ambito cinematografico con riferimento al film Ossessione di Luchino Visconti.

Le radici del Neorealismo sono nella narrativa realista degli anni Trenta e in particolare in alcuni autori meridionali, da Alvaro e Silone al siciliano Elio Vittorini; ma alla medesima tendenza sono riconducibili, negli anni Quaranta, alcune opere di Pavese (da Paesi tuoi al Compagno e alla Casa in collina) e i capolavori di Carlo Levi e di Primo Levi, oltre all’ampia produzione del fiorentino Vasco Pratolini

Vasco Pratolini.

Vasco Pratolini.