Sul testo
La vita e le opere di Beppe Fenoglio
Le opere resistenziali: da I ventitré giorni della città di Alba (1952) a Il partigiano Johnny (1968)
Nel panorama della narrativa resistenziale, merita uno speciale rilievo Beppe Fenoglio, partigiano nelle Langhe e autore di quello che è forse il più bel romanzo della Resistenza italiana, Il partigiano Johnny (pubblicato postumo nel 1968), ma anche di altre opere che da quella esperienza traggono ispirazione, dalla raccolta di racconti dei Ventitré giorni della città di Alba (1952) a Primavera di bellezza (1959) e a Una questione privata (1963).
Il partigiano Johnny è un’opera singolare, in cui una fresca vena narrativa si intreccia con la sperimentazione di un nuovo linguaggio, che mescola creativamente l’italiano e l’inglese in una scrittura, veloce ed espressiva. Ma accanto alla novità stilistica e linguistica, va segnalata la demitizzazione della Resistenza in un racconto antiretorico, che guarda alla vita quotidiana di ragazzi comuni (e non più di eroi) nel vortice di una crisi della civiltà europea. La rinuncia a qualsiasi ricostruzione autobiografica lascia spazio persino alla comicità o all’ironia, senza che venga meno la pietà per le vittime della tragedia bellica.
Johnny è un personaggio in cui l’autore riversa la propria esperienza.
La vicenda si svolge nelle Langhe intorno ad Alba, dove Johnny si aggrega a una brigata di partigiani comunisti e vive alla macchia rischiando ogni giorno la morte. In seguito, si aggrega alle bande dei “badogliani” e partecipa alla conquista di Alba, che tuttavia è presto riconquistata dai fascisti. Seguono agguati improvvisi e rocambolesche avventure, sino al drammatico arresto – da parte dei fascisti – di un caro amico di Johnny.