Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano (1951)
Marguerite Yourcenar (1903-1987) è sfuggita, nel suo viaggio attraverso il secolo, a tutte le convenzioni, sociali, familiari e letterarie. Autrice di romanzi (Memorie di Adriano, L’opera al nero), saggista (Sotto beneficio d’inventario, Mishima o la visione del vuoto), traduttrice (Kafavis), è stata la prima donna a entrare all’Académie française.
Attenta ai problemi della contemporaneità, Marguerite Yourcenar ha trovato nel passato l’alimento essenziale per la sua creazione. Ma non sorprende che un’umanista affidi alla storia il compito di illuminare il nostro tempo.
Il primo grande romanzo, Memorie di Adriano del 1951, è ambientato nella Roma del II secolo, in cui il narratore è l’imperatore Adriano, impegnato alla vigilia della morte in una riflessione a tutto campo, che è anche una rivisitazione dell’intera sua esistenza.
Un altro lungo e tortuoso percorso biografico (e intellettuale) si presenta negli anni Sessanta nell’altro capolavoro di Yourcenar, L’opera al nero, ove protagonista è il medico, filosofo e alchimista Zenone, mentre l’epoca illuminata dalla ricostruzione erudita dell’autrice è quella del Rinascimento europeo.