Vitaliano Brancati, Il bell’Antonio (1949) e le altre opere

Nel dopoguerra è notevole il successo raggiunto da un narratore siciliano, Vitaliano Brancati (1907- 1954), nato in provincia di Siracusa ed emigrato a Roma in giovane età. Nei suoi romanzi incontriamo un Sud assai diverso da quello evocato da Tomasi o da Sciascia. Vi prevale la satira di costume, che già in Don Giovanni in Sicilia (1942) si pone in aperta contraddizione con la retorica del regime fascista: il giovane catanese protagonista è infatti un tipico dongiovanni, viziato e mantenuto dalle sorelle nubili.

I medesimi vizi e le medesime ossessioni si ripresentano nel romanzo successivo, Il bell’Antonio del 1949 – che ruota intorno alle vicende di un apprezzato seduttore, costretto a nascondere la propria impotenza in un ambiente orientato verso il culto della virilità – e in quello apparso postumo nel 1955, Paolo il caldo, che tuttavia presenta alcune significative novità: le avventure erotiche di Paolo Castorini – barone siciliano in preda a un’incontenibile lussuria – sono infatti collocate a Roma e presentano un risvolto sempre più grottesco, che evidenzia un sofferto dramma esistenziale e tende a precipitare nella tragedia.

Di Brancati sono notevoli anche alcuni testi teatrali, e in particolare La governante del 1952, una storia di omosessualità femminile: la censura ne vietò la rappresentazione, che poté avvenire soltanto molti anni dopo la morte dell’autore, nel 1965.

Vitaliano Brancati.

Vitaliano Brancati.