Albert Camus, La peste (1947) e le altre opere

Lo scrittore e giornalista – e anche drammaturgo – Albert Camus (1913-1960), esordisce nel 1942 con Lo straniero, romanzo che mette in scena alcune tematiche legate all’Esistenzialismo, riprese e rielaborate nell’opera successiva, La peste (1947).

Ne Lo straniero il protagonista è un modesto impiegato di Algeri che reagisce con indifferenza alla morte e al funerale della madre e con altrettanta indifferenza affronta l’ambiente di lavoro e gli incontri (mossi dalla pura attrazione fisica) con una conoscente. Durante una passeggiata in spiaggia, si imbatte in due arabi e ne uccide uno senza motivo. Con la medesima indifferenza si presenterà ai giudici e accoglierà la condanna a morte quasi come una sorta di liberazione.

La peste è la cronaca di un’epidemia di peste che dilaga a Orano, città dell’Algeria. Narratore è il dottor Bernard Rieux – alle prese con gli ordini delle autorità intenzionate a minimizzare l’accaduto – che lotta contro il male e osserva le reazioni della popolazione e di alcuni individui, tra cui l’ex militante politico Tarrou, che si sacrifica come «un santo senza Dio» per ridurre le sofferenze, il padre Paneloux, che sperimenta la crisi della fede dopo la morte di un bambino, e il trafficante Cottard, che sfrutta la peste per arricchirsi.

Anche in Camus si fa strada la ricerca di una risposta al tragico destino della morte “assurda”. Una prospettiva è aperta dal saggio L’uomo in rivolta del 1951: e «rivolta» diventa parola chiave dell’esistenzialismo dello scrittore, incentrata sulla solidarietà spontanea degli individui più che sull’organizzazione collettiva, e quindi diversa dalla «rivoluzione» d’impronta marxista invocata da Sartre.

L’Esistenzialismo

Specialmente tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta si afferma in Europa la filosofia dell’Esistenzialismo, destinata a influenzare lo sviluppo della letteratura e delle arti. Si tratta di una corrente di pensiero che congloba diverse tendenze, i cui tratti caratterizzanti sono il valore dell’individuo e la sua precarietà, la tensione che lo oppone al mondo circostante («l’inferno sono gli altri», secondo la nota definizione di Sartre), la percezione dell’assurdo – che accompagna la «solitudine di fronte alla morte» – e dell’angoscia che ne scaturisce.

Albert Camus nel 1945.

Albert Camus nel 1945.