Giuseppe Pontiggia, Nati due volte (2000)
È significativo che alcuni importanti autori degli ultimi decenni del secolo scorso siano reduci dall’esperienza della Neoavanguardia e dall’abbandono dello sperimentalismo agguerrito che l’aveva connotata. È il caso, tra gli altri, di Sebastiano Vassalli (1941-2015), che negli anni Sessanta aveva espresso una forte volontà di rottura con romanzi come Narcisso e Tempo di massacro, di Gianni Celati (1949-2021), che aveva iniziato con l’irridente ironia delle Comiche del 1971, e di Giuseppe Pontiggia (1934-2003), che nella narrazione del Giocatore invisibile del 1978 aveva adottato una frammentaria struttura “a scacchiera”.
Di Pontiggia restano fondamentali le Vite di uomini non illustri del 1993 – dal titolo emblematico – e Nati due volte del 2000, un romanzo che attraverso il rapporto tra un padre e un figlio disabile affronta la tematica della disabilità.