Sebastiano Vassalli, La notte della cometa (1984)
È significativo che alcuni importanti autori degli ultimi decenni del secolo scorso siano reduci dall’esperienza della Neoavanguardia e dall’abbandono dello sperimentalismo agguerrito che l’aveva connotata. È il caso, tra gli altri, di Sebastiano Vassalli (1941-2015), che negli anni Sessanta aveva espresso una forte volontà di rottura con romanzi come Narcisso e Tempo di massacro, di Gianni Celati (1949-2021), che aveva iniziato con l’irridente ironia delle Comiche del 1971, e di Giuseppe Pontiggia (1934-2003), che nella narrazione del Giocatore invisibile del 1978 aveva adottato una frammentaria struttura “a scacchiera”.
Gli esiti migliori della loro produzione si indirizzano talora verso un ritorno al romanzo d’impianto storico: come avviene per Vassalli con La notte della cometa (1984), biografia romanzata del poeta Dino Campana, o con La chimera (1990), storia di una ragazza arsa come strega nel Seicento, o con Cuore di pietra (1996), la cui vicenda si snoda dall’Unità d’Italia al tardo Novecento.