Amelia Rosselli, Documento 1966-1973 (1976) e le altre opere

La vita di Amelia Rosselli (1930-1996) si snoda tra Francia, Inghilterra e Stati Uniti – prima dell’approdo definitivo a Roma – ed è segnata da un tormento profondo, generato dal trauma subìto nell’infanzia (l’assassinio nel 1937 del padre e dello zio, gli antifascisti Carlo e Nello Rosselli) e accentuato dalla condizione di “apolide”. Se ne avverte l’eco sin dalle prime prove poetiche, il poemetto La libellula del 1958 e le raccolte Variazioni belliche del 1964 e Serie ospedaliera del 1969

Dalla tormentata ricerca formale scaturisce una poesia che si forma al di fuori della tradizione nazionale e valorizza varie sperimentazioni non soltanto europee, ma anche d’oltre Atlantico (basti pensare all’americana Sylvia Plath, di cui Rosselli tradusse l’intera opera e “imitò” il gesto estremo, compiendolo nella medesima data). Merita inoltre di essere evidenziato il rilievo attribuito alla musicalità nella scelta delle parole, nell’andamento metrico e nella struttura della frase: al singolare “formicolìo di ritmi” contribuisce la competenza dell’autrice, che alla musica si è a lungo dedicata come studiosa di etnomusicologia e compositrice. Anche questo tratto si accentua e si esaspera nelle successive raccolte, da Documento 1966-1973 (1976) al poemetto Impromptu (1981), dove il titolo indica in latino una “improvvisazione” teatrale o musicale. Vi compaiono testi di notevole intensità visionaria, che a tratti – insieme al “grido” di un doloroso vissuto storico e personale – evocano i bagliori remoti di una felicità irraggiungibile.

Amelia Rosselli.

Amelia Rosselli.