Il romanzo libertino. Justine del Marchese de Sade (1791)
Il romanzo libertino nasce negli ambienti intellettuali che contrapponevano il “libero pensiero” alle convenzioni della morale comune. In quell’ambito la riflessione illuministica sulla felicità e sul piacere – avviata dall’enciclopedista Diderot (1713- 1784) con I gioielli indiscreti e con la polemica anticlericale della Monaca – approdava infine a un erotismo trasgressivo o al culto ossessivo della perversione. Si palesa tuttavia, specialmente negli scritti di Laclos (1741-1803), Le relazioni pericolose (1782) e del Marchese de Sade (1740-1814), Justine, o le disavventure della virtù (1791), la crisi dell’Illuminismo: la razionalità produce voluttà e dissolutezza attraverso il crimine, esaltando una volontà di sopraffazione che conduce inesorabilmente alla morte, sullo sfondo di un mondo in cui il vizio trionfa.