Sul testo
La vita di Jean-Jacques Rousseau
Confessioni (1782-1789)
Il Settecento è un momento cruciale nella definizione del genere letterario dell’autobiografia.
Nella prima metà del secolo, si scrivono e si pubblicano le autobiografie intellettuali (Vico, Genovesi, Giannone), in cui la vita si identifica con la carriera pubblica. Vi predominano l’intento didascalico e la documentazione erudita, mentre si dice poco della sfera privata; quasi assente è il periodo dell’infanzia.
Dopo la pubblicazione delle Confessioni di Rousseau (uscite postume nel 1781-1788), l’infanzia diventa, invece, un periodo importante, e soprattutto si esplicita il “patto autobiografico” di completa sincerità con il lettore, per cui si svelano e si esibiscono anche (e soprattutto) gli aspetti più problematici e contraddittori della vita personale.
Così Rousseau inizia la sua autobiografia: «Ecco il solo ritratto d'uomo, dipinto esattamente al naturale e assolutamente fedele al vero, che esiste e che mai probabilmente esisterà».