Jean-Jacques Rousseau

Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) nasce a Ginevra da un’umile famiglia calvinista, non ha una regolare istruzione e comincia a svolgere piccoli lavori all’età di tredici anni. Dopo aver cambiato occupazioni e dimora più volte, approda nella residenza di Madame de Warens, di cui diviene l’amante. Qui ha modo di approfondire la sua formazione e di apprendere la musica per poi trasferirsi a Parigi. Diventa famoso per due discorsi, composti tra il 1749 e il 1755 (Sulle scienze e Sull’origine dell’ineguaglianza) dove denuncia, in contrasto con l’ideologia illuministica dominante, i danni del progresso e i vizi della civiltà. Rousseau contrappone la felicità degli individui vicini allo stato di natura (ipotetico stadio originario dell’umanità), come i popoli primitivi, all’infelicità generata dal progresso culturale, causa di corruzione e decadenza degli uomini. Allo stato di natura gli uomini vivono con semplicità uguali tra loro, mentre l’istituzione della proprietà privata, che Rousseau ritiene illegittima e impropria, ha generato le guerre, i delitti, la miseria.

Giulia o la nuova Eloisa (1761)

Il romanzo di Rousseau Giulia o la nuova Eloisa, che riscuote un grandissimo successo, si fa portavoce della questione della felicità coniugale e dell’impossibilità per la donna di vivere i propri sentimenti. Riferendosi nel titolo alla sfortunata vicenda d’amore medievale tra Eloisa e il suo precettore Abelardo, Rousseau presenta l’aristocratica Giulia che si innamora del suo precettore ma subisce l’imposizione della famiglia, sposando un uomo che non ama. Passati gli anni, la donna sembra essere felice, ma la ricomparsa dell’uomo che ha amato determina gradatamente la crisi del suo sistema di certezze.

Emilio (1762)

Nel 1762 Rousseau affronta nell’Emilio, un romanzo pedagogico, il tema dell’educazione che a suo avviso è strettamente collegato al tema politico: infatti per formare cittadini onesti, in grado di risolvere le controversie mediante l’uso della ragione e senza ricorrere alla violenza, bisogna evitare metodi repressivi e violenti, cercando di proporre modelli positivi in modo da non corrompere la natura, fondamentalmente positiva, dell’essere umano. Nel romanzo, Emilio da piccolo vive a contatto con la natura e il precettore ha il compito di lasciare l’allievo libero di compiere le proprie esperienze, ovviamente sorvegliandolo. Successivamente, il ruolo del precettore diventa attivo: egli adegua le conoscenze che impartisce al ragazzo alle diverse fasi della crescita: all’inizio dell’adolescenza Emilio impara un lavoro manuale e poi gradatamente comincia ad apprendere contenuti culturali, religiosi e morali. Al termine del processo educativo (raggiunti i venticinque anni) Emilio diventa un buon cittadino, capace di svolgere un ruolo di guida all’interno della società e di educare i propri figli.

Gallery

Jean-Jacques Rousseau e le sue opere

Maurice Quentin de La Tour, Ritratto di Jean-Jacques Rousseau, seconda metà del XVIII secolo. Parigi, Musée de la Ville de Paris, Musée Carnavalet.

J. Werner, Casa di Les Charmettes, presso Chambéry, dove Rousseau visse, con poche interruzioni, tra il 1732 e il 1742. Chambéry, 1854. Chambéry, Collection Musées de Chambéry.

Jean-Jacques Rousseau nel suo giardino. Acquaforte di G.F. Meyer

Copertina della prima edizione del romanzo Julie ou la Nouvelle Héloïse (Giulia o la nuova Eloisa) del 1761.

Frontespizio dell’Émile ou de l'éducation (Emilio), trattato pedagogico di Jean-Jacques Rousseau.