La poesia sepolcrale. Edward Young, Le notti (1742)
In Inghilterra si diffonde un tipo di poesia che riflette sul tema della morte, sulla brevità della vita umana e sull’inconsistenza dei valori che gli uomini inseguono nel corso della loro vita. Questa poesia viene definita “cimiteriale” o “sepolcrale”, considerando come modello di riferimento la famosa Elegia scritta in un cimitero di campagna composta nel 1751 da Thomas Gray, insegnante di storia e cultura dei classici all’Università di Cambridge.
La poesia sepolcrale, e ossianica, dilaga come una vera e propria moda letteraria nel continente: ampia fortuna incontrano i Canti di Ossian (1760-1765) di James Macpherson, i componimenti di Thomas Gray (1716-1771), James Hervey (1714-1758) ed Edward Young (1683-1765), autore de Il lamento o Pensieri notturni (The Complaint or Night Thoughts on Life, Death and Immortality, "Pensieri notturni sulla vita, la morte e l'immortalità"), spesso indicata con il primo titolo della traduzione italiana, Le notti.
Comuni a questi testi sono la predilezione per i paesaggi lunari disseminati di rovine, le meditazioni lugubri e solitarie sulla soglia del mistero, l’evocazione struggente o spettrale del passato e l’attrazione sgomenta verso il soprannaturale, l’infinito, l’ignoto.