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La vita e le opere di Luigi Pulci

Il Morgante

Nel Morgante Pulci mette in rima avventure già note, ma con un esplicito proposito caricaturale, tanto che il suo poema si intitola non ai gloriosi paladini, ma a una figura comica e grottesca, Morgante, un gigante vinto da Orlando e diventato suo scudiero. Nel Morgante, come già nei cantari popolari che gli fanno da modello, è venuto meno ogni proposito epico ed eroico. L’originalità e la maggiore novità del poema sono da cercare nella continua invenzione linguistica, nell’aspetto burlesco e carnevalesco, spesso vicino ai modi e alle forme dell’espressionismo comico-realistico.

 

La trama

Adirato per le calunnie di Gano di Maganza, Orlando lascia la Francia e va alla ventura nelle terre degli infedeli (Pagania). In un combattimento con tre giganti che opprimono i monaci di un convento, ne uccide due e fa prigioniero il terzo, Morgante. Il gigante si converte al cristianesimo e decide di seguire il paladino. Altri paladini intanto hanno lasciato Parigi sulle orme di Orlando: Rinaldo, Dodone, Ulivieri, coinvolti anch’essi in una serie di bizzarre avventure che spesso prendono l’avvio da reiterati inganni di Gano. Dal canto XVIII Morgante avrà accanto il mezzo gigante Margutte e la strana coppia vivrà numerose avventure comiche e furfantesche fino alla morte, ironica e paradossale: Margutte muore ucciso dalle risate e Morgante, dopo aver vinto una balena, muore per il morso di un granchiolino. Gli ultimi cinque canti raccontano le vicende della Chanson de Roland: Orlando muore eroicamente e Gano viene punito. Il poema finisce con la morte di Carlo Magno in Aquisgrana.

Luigi Pulci, dettaglio da un affresco di Filippino Lippi nella Cappella Brancacci a Firenze.

Luigi Pulci, dettaglio da un affresco di Filippino Lippi nella Cappella Brancacci a Firenze.